Come si vive e si muore da cristiani

Giovane medico del Meyer, stimata dai colleghi e molto amata dai bambini, Caterina scopre nel 2012 -pochi giorni dopo il matrimonio con Jonny- di aspettare un secondo figlio e di avere tumore molto aggressivo ed esteso. Decide di portare avanti la gravidanza lo stesso nonostante i rischi per la sua salute.  Da quel momento sono passati 7 anni circa di lotta contro la malattia con riprese, recidive, fino alla sua fase finale.

Non ha smesso un minuto di vivere e di voler vivere con passione, con intensità, con gusto...tanto da stupire chi la conosceva bene e sapeva le sue condizioni. Fino alla fine ha voluto occuparsi della casa, dei suoi figli, di suo marito. Ha vissuto tutto quello che poteva permettersi di vivere e alla grande, persino un bagno al mare ad ottobre 2018 quando ormai la malattia la stava divorando. Due giorni prima di morire, ormai sfinita e incapace di muoversi ha voluto mangiare un piatto di pasta alla carbonara. Non ha smesso mai di lottare contro la malattia con tutte le cure del caso, non si è mai rassegnata. Infatti, chiedeva continuamente e faceva chiedere a Dio la Grazia della guarigione. Preghiere, gruppi whatsapp, pellegrinaggi a Loreto, Lourdes e Medjugorie, all'Impruneta e alla Santissima Annunziata: delle vere maratone di preghiera nelle quali ha attirato tante persone, tanti ammalati, tanti bisognosi e un popolo di amicizie coinvolte nel suo stesso cammino. Ma soprattuto non ha mai smesso un istante di chiedere la santità per sè e per la sua famiglia.

Durante l'ultima estate ebbe a dire: "A me il Signore ha iniziato a chiedere tutto con l'inizio della vita della mia famiglia: l'offerta della nostra vita a Lui con il matrimonio, la diagnosi della malattia, la gravidanza di Giacomo durante i primi mesi di cura...da lì è stato un continuo di offerta, di domanda, di chiedermi cosa era più conveniente per me e i miei cari: resistere o cedere? Aspettare il mio o accogliere il Suo regno? Credere in quella promessa? Ecco che la santità per me è diventato un problema quaotidiano, ma non per poter essere più pia e perfetta agli occhi del mondo (se qualcuno vuole fare a cambio con me...con la mia condizione "privilegiata" di vita, si faccia pure avanti che chiediamo insieme al Signore il cambio!) ma per poter essere felice..."

Questa offerta di sè l'ha resa particolarmente amorosa e amabile. Il rapporto continuamente cercato, a volte sofferto, con il Signore Gesù attraverso i sacramenti, la preghiera, la vita comunitaria, soprattutto con gli amici di Comunione e Liberazione, il rapporto con tanti sacerdoti che lei amava tantissimo, hanno affinato ed esaltato quello che la natura le aveva già offerto, ovvero la sua bontà, la sua generosità, la sua capacità di sacrificio, la sua grande amabilità. E' capitato a tanti di avvicinarsi a Caterina -pensando di doverla in qualche modo confortare e aiutare- e ritrovarsi invece travolti da una serenità, un amore, una dedizione e attenzione alla persona che lasciavano sconvolti. In lei viveva e traspariva un grande mistero, una luce particolare, ma che lei sapeva bene individuare e segnalare: la presenza amorosa di Gesù nella sua vita che l'aveva invasa. Don Cristian Meriggi, amico di Caterina, che ha presieduto le esequie, nella sua omelia ha usato queste parole per descriverla: "una figlia di Dio così bella, così luminosa, così rifulgente il volto del divino e misericordioso Gesù".

Casa sua era diventata negli ultimi mesi una sorta di santuario: tantissime persone che venivano a salutarla, a parlare con lei, a pregare, ad aiutare lei e la sua famiglia, a stare coi figli. Ma si capiva bene che era altro che dominava. La gente voleva vederla perchè in lei, nel suo volto, nelle sue poche parole, stando con lei, vedeva Gesù, era toccata da Gesù, ravvisava la presenza di Gesù. Così, grazie anche alla sua meravigliosa familgia che accoglieva con semplicità e gratitudine tutti, gli ultimi suoi dolorosi giorni ed istanti sono stati un anticipo di paradiso: qualcuno ha definito quel luogo, quella adunanza di persone, quella incessante preghiera..."un angolo di paradiso sulla terra". Chi c'era può testimoniare della strana atmosfera delle ultime sue ore: tutta la grande famiglia e decine di persone assiepate attorno al suo corpo morente ormai inerte; erano lì a pregare, ad ascoltare i salmi, a celebrare la messa, a cantare per ore e ore per accompagnare il suo ultimo viaggio come fosse l'entrata trionfale del vincitore della grande battaglia. E così è stato, un popolo  che l'ha voluta scortare con l'affetto e la certezza della resurrezione fino al suo destino, fino alla soglia della porta del paradiso ad incontrare il suo Signore.

Del resto lo avevano capito tutti: Caterina era pronta, era serena, si era completamente consegnata, consegnando a Dio anche il suo più grande e ultimo cruccio, ovvero la vita e il futuro senza di lei di suo marito Jonata e dei suoi figli. 

A noi adesso resta la dolcezza del suo volto e della sua persona, rimane una grande nostalgia della sua presenza che i bambini intorno alla sua bara durante il funerale hanno così spontaneamente espresso. Ma rimane sopratutto una strada, quella del suo "si" a Gesù che ha reso la sua vita e la sua morte una cosa meravigliosa, desiderabile. 

Caterina ci ha fatto vedere come si vive e si muore da cristiani e ci ha fatto venire voglia di vivere e morire così, talmente è bello!

Don Filippo Belli


"La volontà di Dio rende tutto perfetto" è una frase che per lei era vera, era diventata carne in lei, tanto da trasfigurare tutta la sua persona e renderla in qualche modo perfetta. 

Una notte Caterina si svegliò e scrisse questa frase su un quaderno di Gaia che aveva sul comodino. Disse al marito Jonny che aveva sognato Chiara Corbella Petrillo e che durante il loro dialogo Caterina le chiese "Chiara ti sei dimenticata di me?" e Chiara le rispose "Cate...la volontà di Dio rende tutto perfetto".



"Il più grande dono che Dio ti può fare è darti la forza di accettare qualsiasi cosa Egli ti mandi e la volontà di restituirGli qualsiasi cosa Egli ti chieda"

Madre Teresa di Calcutta